«Durante il controllo del conducente di un’autovettura in pieno centro abitato, investito da fulminea azione di fuoco da parte di un malvivente nascosto nell’abitacolo, benché ferito ad un braccio e impossibilitato a far uso dell’arma, incurante del grave rischio personale cui si esponeva, con mirabile generosità – prima di accasciarsi al suolo colpito a morte – si adoperava per far allontanare gli astanti e sottrarli al contemporaneo fuoco di altro complice. I malviventi, identificati in due pericolosi latitanti affiliati a spietata associazione criminale, venivano poi catturati e condannati all’ergastolo. Chiaro esempio di elette virtù militari e di altissimo senso del dovere spinti fino al supremo sacrificio.»
— Pontecagnano Faiano, 12 febbraio 1992.
BREVE BIOGRAFIA
Claudio Pezzuto nasce a Surbo (LE) il 07/07/1963.
Resta da piccolo orfano di padre.
Si arruola nell’arma dei carabinieri il 28/05/1982 all’età di 19 anni, svolge il corso di allievo carabiniere presso la scuola allievi carabinieri di Chieti.
Servizi svolti: Stazione Carabinieri di Paolo VI (TA),Stazione Carabinieri di Irsina (MT),Comando Tenenza Carabinieri di Chiaromonte (PZ), Comando Compagnia di Senise (PZ), Stazione Carabinieri San Severino Lucano (PZ).
trasferito presso la stazione carabinieri di Pontecagnano (SA) in data 17/11/1987.
Il 14/04/1988 si sposa con Tania Pisani e il 07/01/1989 nasce il loro primogenito Alessio (quando è morto il suo papà aveva 3 anni).
La sera del 12 Febbraio 1992 a Faiano Pontecagnano (Sa) Carabinieri Arena e Pezzuto vengono trucidati da 2 camorristi.
Il 5 Giugno 1993 in occasione della Festa dell’Arma il Presidente della Repubblica On.Oscar Luigi Scalfaro consegna alla Signora Tania Pisani e al figlio Alessio Pezzuto la Medaglia d’Oro al Valore Militare.
Per volere della moglie ,Claudio riposa nel cimitero di Francavilla sul Sinni (Pz)
Il “Corriere della Sera” del 13 febbraio 1992 aveva pubblicato l’articolo che segue:
“Li hanno massacrati durante un controllo di routine
Pontecagnano, i killer scendono dalla jeep e inseguono il militare ferito per finirlo. Pezzuto Claudio 29 anni e Arena Fortunato 23 anni sono stati massacrati senza pietà a colpi di mitra dopo aver intimato l’alt a una macchina con targa del nord fermato Cavallaro Antonio, un camorrista sospettato di aver fatto parte del commando.
PONTECAGNANO (Salerno). Come a Medellin. Raffiche di mitra tra la folla, gente che fugge, due carabinieri massacrati. Per cinque minuti ieri sera nella piazza centrale di Faiano, frazione di Pontecagnano, si è scatenato l’inferno. Quando le armi si sono zittite, per terra c’erano i corpi di due giovani militari crivellati di colpi. Sono le 20, Claudio Pezzuto, 29 anni, e Fortunato Arena, 23, stanno rientrando in auto verso la loro caserma, la stazione di Friano, dopo una serie di controlli di routine. Qualcosa li insospettisce però nella centrale piazza Garibaldi. Tra i ragazzi dello struscio serale e i negozi che stanno per chiudere, è fermo un fuoristrada. Un grande Nissan Patrol bianco, pare targato Firenze. A bordo ci sono due persone, tre secondo altre testimonianze. Poco lontano un altro giovane sta telefonando in una cabina. Pezzuto scende e si avvicina alla jeep. Chiede la patente al guidatore. L’uomo consegna il documento. Pezzuto torna alla Fiat Uno di servizio e da’ la patente al collega per controllare i dati via radio. Ed è di quell’attimo che gli assassini approfittano. Quello seduto accanto al guidatore scende e tira fuori un mitra calibro nove. La prima raffica falcia Arena che si accascia nell’auto. Anche un altro dei malviventi apre il fuoco dal fuoristrada. Adesso è Pezzuto nel mirino. Il militare estrae la sua pistola, spara alcuni proiettili. Ma gli assassini sono più precisi. Pezzuto, ferito, cerca di mettersi in salvo nel porticato di un negozio. Il malvivente lo insegue e lo finisce con una sventagliata di mitra. I banditi tornano al Nissan Patrol e fuggono a tutta velocità. In fretta arrivano i vigili urbani che hanno il comando a pochi metri di distanza. Per terra ci sono decine di bossoli. I due carabinieri sono ancora vivi. Nelle mani di Arena la patente, probabilmente falsa, di uno degli assassini. I militari vengono caricati su un’ambulanza ma quando arrivano all’ospedale San Leonardo di Salerno, sono già morti. La centrale operativa di Battipaglia ha seguito tutta la strage in diretta. Era collegata con Arena per il controllo del documento. Hanno sentito tutto. La caccia al Nissan Patrol scatta immediatamente. Il veicolo viene recuperato a pochi chilometri da Faiano. A bordo c’è un mitra. I carabinieri fermano e interrogano senza sosta anche Massimo Cavallaro, fermato in merito al duplice omicidio. La sua posizione non è chiara: c’è chi sostiene sia stato bloccato mentre cercava di allontanarsi dal fuoristrada. Invece altre fonti ritengono che sia il proprietario della jeep. In caserma c’e’ tanta rabbia e dolore. Claudio Pezzuto, originario di Surbo (Lecce), lascia la moglie e un figlio di due anni. Fortunato Arena invece veniva da San Filippo del Mele (Messina). Si era sposato sette mesi fa”.